House of Immortalities

design del prodotto, design dell’esperienza, scenografia,
oggetti performativi

3 vasi canopi,
set due bicchieri e vassoio,
1 tavolo anatomico,
1 mappa
Luglio 2015, Dro (TN)

Esposizioni:
• House of Immortalities, Motherlode, Drodesera, Centrale Fies, Dro 07.2015
• Parreshia set, DAB-Design for Artshop and Bookshop, Maxxi | Museo delle arti del XXI secolo, Roma 11.2015
• Parreshia set, Operae, Torino 2017

Prima apertura di un progetto in divenire, House of Immortalities (1. Mythology) è uno spazio di riposo e concentrazione nel mezzo di una ricerca sulle possibilità e la portata dell’azione individuale.
Mali Weil (piattaforma artistica costituita da Elisa Di Liberato, Lorenzo Facchinelli e Mara Ferrieri, che opera tra l’Italia e la Germania) attraversa alcuni concetti chiave della storia filosofica della democrazia e li propone come elementi di un dressage politico per il singolo visitatore.
Attraverso una partitura rituale, che fluisce tra esercizi, miti e rimandi filosofici, il visitatore è chiamato ad abitare uno spazio dove mitologia, architettura e design, concorrono a ridisegnare una pratica politica incentrata sulla Cura del sé.

La struttura è quella di una performance relazionale “in absentia”, poiché presentata in un display segnato dall’assenza del performer. Il rapporto a distanza con un corpo assente apre un vuoto che permette al visitatore di riempire temporaneamente tutte le posizioni all’interno della struttura concettuale e spaziale. E lui sarà chiamato a pronunciarsi sulla possibilità di attivare nuove pratiche di fondazione, a colmare con la sua presenza il posto rimasto vuoto.

La House of Immortalities è un luogo costruito attorno al suo ospite: vi regnano silenzio, cura e dedizione. Il visitatore è invitato a entrare in una bolla rituale fuori dal tempo, dove ogni cosa è predisposta perché egli possa concentrarsi in un momento di cura e meditazione. Tre Celle (cuore, cervello, lingua), ogni cella contenente un libro, un vaso canopo, un gioiello rituale.
Il visitatore, grazie al suo personale manuale di meditazione, attraversa diverse posizioni che sono allo stesso tempo linguistiche, fisiche e concettuali. Da questi elementi, spaziali, oggettuali e relazionali, si sviluppa un dressage politico che idealmente dovrebbe non avere fine.
Dopo il soggiorno nella propria cella di meditazione, l’ospite siede al tavolo delle fondazioni, luogo comune di incontro ed apertura, dove la possibilità dell’azione torna pienamente ad appartenergli.
Lì un vassoio con bicchieri invitano a far rivivere, attraverso il brindisi, il rapporto parresiastico, in cui un individuo sceglie di dire ciò che ritiene essere la verità a un interlocutore più potente di lui, a rischio della propria sicurezza.

House of Immortalities nasce dall’ossessione di costruire una ritualità politica. Una ritualità che poggi su un lessico e un dressage capaci di ricreare intimità tra il singolo e la sua identità innata di animale politico.
Tradisce inoltre un’appassionata devozione verso l’arte della levigatura del proprio sé.

House of Immortalities (1. Mythology) is the first public glimpse of an ongoing project. It is a space for rest and concentration in the middle of a work-in-progress research about chances and ranges of individual actions.
Mali Weil goes through some key words of democracy philosophical history and proposes them to the visitor as a subjects for a political and personal dressage.
It has the shape of a ritual composition that flows between philosophical references, exercises and myths. Here, the visitor is called then to experience a space where architecture, mythology and design merge and reshape a political practice focused on the Care of the Self.

The display is the one of a relational performance “in absentia” because there is no performer. The long-distance relationship to an absent body allows the visitor to fill temporarily the void left within the conceptual and spatial structure. It is up to the guest to express his/her possibility to re-enact those foundation practices in order to fill up the empty spaces with their body.

The House of Immortalities is a place built around his/her guest: silence, care and dedication dwell there. The guest is invited to enter a timeless ritual bubble, where everything is organized so that he/she can focus in a moment of care and meditation. There are three Cells (heart, brain, tongue), each one containing a book, a canopic jar and a ritual jewel.
The visitor crosses different positions that are at the same time linguistic, physical and conceptual. From these spatial, relational and physical elements a political dressage arises, and it should ideally not end.
After staying within his/her own meditation cell, the guest is invited to sit at the foundations table: an open, common space where the action possibility fully belongs once again to him/her.
By drinking a toast, the glasses invite to experience the parrhesiastic relation. Through it, an individual decides to say what they think is true to a more powerful interlocutor, risking their own safety.

House of Immortalities arises from the obsession of building political rituals. Such rituals are based on a lexicon
and a dressage able to recreate the intimacy between the individual and his/her animal spirit‘s natural identity.
It betrays a passionate devotion to the “smoothing” art of the Self.

Credits
“House of Immortalities”
Concept: Mali Weil
Design and production: Materia Critica

Production: Mali Weil, Centrale Fies

Suggestioni sul tema:
• IN RESIDENCE, Talisman. Contemporary symbolic objects, Corraini edizioni, Mantova 2017